Racconto di un intervento:
Il suono del mio ricerca persone quale capo intervento sanitario reperibile per la regione, mi ha subito riportato al presente.
Il messaggio alfanumerico indicava “29-D-02 prima dell’abitato di Villa Bedretto, auto fuori dal campo stradale, sembra una donna sola ferita, non si conosce la gravità”: si tratta di un incidente stradale, in valle Bedretto, una delle vetture coinvolte è uscita di strada…
Sono le 12 e 27, appoggio il lampeggiante magnetico sul tetto dell’auto di servizio e parto verso la località indicata sul ricerca persone. Sono a Biasca e penso di metterci più di 20 minuti a raggiungere la valle Bedretto. L’allarme è stato trasmesso alla nostra centrale dal 117. Il tempo di trasferta mi è utile per organizzare mentalmente l’intervento. Avviso la centrale Ticino Soccorso 144 della mia partenza e richiedo altre notizie sulle risorse attivate e sul luogo d’intervento.
L’ambulanza del nostro distaccamento di Airolo è già in strada da alcuni minuti. Mi accerto che sia stato allertato l’ufficiale di picchetto dei pompieri.
Passano i minuti e io devo anche pensare che “sicuramente c’è colonna al portale sud della galleria del San Gottardo e allora meglio che esca a Quinto per non rischiare di rimanere imbottigliato”.
Alle 12.50 sono già in prossimità del luogo d’intervento. Dalle comunicazioni provenienti dalla mia radio di bordo, capisco che l’ambulanza di Airolo è ancora alla ricerca del luogo del sinistro e della donna ferita.
Segni sulla strada non ne vedo neanche io e passato l’abitato di Villa, mi fermo in posizione strategica sul versante sinistro per poter osservare meglio.
Incontro un equipaggio della polizia mobile. Ci consultiamo e decidiamo di dividerci la zona per le ricerche. Anche l’ ufficiale dei pompieri, ci raggiunge e insieme concertiamo il da farsi con l’accordo che se non avessimo trovato nulla da lì a 10 minuti avremmo esteso l’allarme alla colonna del Soccorso Alpino Svizzero.
La Rega è già in volo e con un occhio dall’alto sicuramente avremmo avuto qualche possibilità in più di ritrovare la signora uscita di strada con la propria auto.
Ma è ancora una volta grazie alla centrale Ticino Soccorso 144 che riusciamo ad individuare il posto dove era successo l’incidente. L’operatrice che aveva preso a carico la chiamata, era infatti rimasta per tutto quel tempo al telefono con la donna ferita, ed oltre a confortarla ed accertarsi delle sue condizioni di salute, era riuscita a farsi spiegare il luogo esatto.
Un conoscente dell’infortunata poi l’ha raggiunta, lasciando la propria vettura all’altezza delle tracce prodotte dalla sbandata dell’auto uscita di strada.
Sono ormai le 13 e 27 quando annunciamo alla centrale 144 che siamo finalmente sul posto d’intervento. Addio “periodo di platino” (principio secondo il quale una persona gravemente traumatizzata, più rapidamente viene soccorsa e ospedalizzata, maggiori possibilità di guarigione mantiene); è passata più di un’ora e dobbiamo ancora soccorrere e recuperare la paziente.
Ma è stata al telefono fino adesso con la nostra collega operatrice del 144, e abbiamo notizie molto confortanti sulle condizioni di salute. I due soccorritori dell’equipaggio di Airolo, portandosi il minimo di materiale di soccorso indispensabile, scendono dal ripido crinale di prato appena falciato, accompagnati da un agente della polizia mobile e da un pompiere; 100 metri più a valle spariscono nel bosco e comunicare con loro è possibile solo via radio.
Io rimango in contatto radio sulla strada pronto a coordinare qualsiasi necessità operativa dei colleghi e fare da ponte con la centrale 144. L’elicottero arriva e atterra in uno spiazzo ai bordi della strada.
Raggiungo l’equipaggio di Rega 6 ed insieme al medico e all’alpinista cerchiamo di comprendere il problema e di definire la tattica d’intervento. Le notizie dai soccorritori arrivati sul posto confermano le buone condizioni di salute della signora: molte contusioni, escoriazioni, dolori in tutto il corpo, molto spavento e per fortuna non si trova intrappolata in macchina ma già all’esterno.
Il problema principale non è di tipo medico sanitario ma di evacuazione. Si trovano infatti ai bordi del fiume 10 metri sopra l’alveo. Di sotto una parete verticale, sopra di loro un fitto bosco di conifere e tanta strada ripida da fare in salita con una barella, il peso della paziente e il terreno impervio. Decidono per una evacuazione con il verricello dell’elicottero. Prima però bisogna spostare la paziente in un luogo sicuro e con spazio sufficiente tra le piante per poterla issare accompagnata dal medico volante.
Ma non mi preoccupo: Teo e Marzio sanno il fatto loro ed insieme ai pompieri dell’alta Leventina sapranno risolvere la situazione.
L’alpinista della Rega raggiunge il nostro equipaggio di soccorritori per approntare gli ancoraggi di sicurezza per lo spostamento della donna. I pompieri stanno facendo un varco tra le piante abbattendone alcune con la motosega. I soccorritori di TVS stanno assistendo e preparando la donna per l’evacuazione aerea. Tengo informata la centrale 144 sullo svolgimento dell’intervento e su suggerimento di Teo, richiedo un altro equipaggio d’ambulanza sul posto per non ritardare ulteriormente l’ospedalizzazione della donna.
Gli accertamenti diagnostici sono indispensabili dopo un’esperienza di volo in automobile così drammatica e spettacolare, anche se apparentemente la signora non mostra di soffrire di traumi gravi.
Ed è proprio grazie alle capacità della squadra di soccorritori nel valutare clinicamente, con pochissimi strumenti diagnostici, le condizioni dei pazienti, che è possibile decidere con accuratezza i metodi ed i materiali da utilizzare nell’evacuazione.
Teo e Marzio l’hanno fatto correttamente come in altre mille occasioni ed hanno deciso, insieme all’equipaggio Rega, di spostare la paziente con una asse per l’immobilizzazione spinale ed in seguito di issarla con una imbragatura da recupero in dotazione all’elicottero, fino al piazzale dove l’equipaggio della seconda nostra ambulanza è in attesa.
Sono le 14.10, l’elicottero si alza in volo con al gancio del verricello il medico della Rega. Alle 14.13 la paziente è adagiata sulla barella assistita dai colleghi. È molto scossa e la brutta esperienza di rotolare per centinaia di metri da un pendio, l’ha vistosamente segnata.
Ma ha il coraggio di abbozzare un sorriso e con il mio scadentissimo switzerdutsch provo a dirle che ha fatto un tremendo volo con la macchina ma… in compagnia di un angelo custode!
Alle 14.20 l’ambulanza, con la fortunata paziente a bordo, parte e di lì a poco sarà all’ospedale di zona in Leventina per gli accertamenti di routine. Mi sposto di nuovo vicino al punto dove, ormai oltre 1 ora e mezza prima, sono scomparsi nel bosco imiei 2 colleghi.
Di lì a pochi minuti emergono dal pendio, affannati ma comprensibilmente felici. L’intervento per noi del soccorso sanitario si conclude alle 14.50.
C’è ancora lavoro per i pompieri, per la polizia e per coloro che dovranno recuperare la vettura.
Articolo redatto da Stefano Dell’Orto