Allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità: «Virus più veloce degli sforzi per controllarlo». Il ministro della Salute Lorenzin: «In Italia non c’è pericolo di contagio»
Ebola avanza, il contagio si diffonde rapidamente, più dei tentativi messi in campo per circoscriverlo, e la «catastrofe», in Africa occidentale, è dietro l’angolo. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) lancia l’allarme e chiede la mobilitazione internazionale, mentre cresce la paura anche in Europa e negli Stati Uniti, con lo stesso presidente Barack Obama che parla di «qualcosa da prendere molto seriamente» e preannuncia maggiori controlli persino sui leader africani che verranno in America per il summit Usa-Africa.
Intanto Margaret Khan, direttrice dell’Oms, è volata a Conakry per un vertice con i presidenti della Guinea, della Sierra Leone e della Liberia – i Paesi più coinvolti – e ha avvertito senza giri di parole: «Ebola avanza più velocemente degli sforzi per controllarlo» e le conseguenze «possono essere catastrofiche in termini di vite perdute» e del «rischio elevato» di propagazione ad altri Paesi, anche perché le forze “schierate” in campo a livello nazionale e internazionale sono «tristemente inadeguate».
Per questo si pensa a un piano da 100 milioni di dollari e il prossimo 6 agosto si prepara una riunione d’urgenza per «valutare le implicazioni internazionali dell’epidemia» che, con i suoi 1.323 casi, 729 dei quali mortali, è la peggiore nei 40 anni di storia del virus.
La maggior parte degli esperti esclude che il contagio possa oltrepassare i confini dell’Africa e approdare in Occidente, ma la direttrice dell’Oms sottolinea che il virus «ha dimostrato la sua capacità di espandersi attraverso il trasporto aereo, contrariamente ai precedenti». Difficile invece che la febbre emorragica possa arrivare con le carrette del mare dei migranti. «Ebola è una malattia difficilmente trasferibile, si trasmette con i fluidi e si manifesta in tre giorni, e quindi un caso conclamato non può arrivare con un barcone, è molto difficile». rassicura il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Ma Ebola fa paura. La Farnesina diffonde un warning sul sito Viaggiare Sicuri in cui ricorda che in Sierra Leone è stato dichiarato lo stato di emergenza e sconsiglia «i viaggi non necessari» e raccomanda «ai connazionali di non recarsi nelle zone colpite dall’epidemia». Lo stesso fa la Francia, con un comunicato congiunto dei ministeri degli Esteri e della Salute. Timore anche ai Giochi del Commonwealth in corso a Glasgow per un atleta della Sierra Leone, il ciclista 32enne Moses Sesay, che è stato tenuto sotto isolamento per un sospetto caso di ebola e sottoposto a test che alla fine si sono rivelati negativi. Negli Usa si prepara il rimpatrio dalla Liberia di Nancy Writebol e Kent Brantly, i due missionari americani che hanno contratto la febbre emorragica. Le misure di sicurezza sono massime e per l’aereo che trasporterà separatamente i due è stato approntato uno speciale sistema d’isolamento.
Ma sui social media è panico e perfino Donald Trump ha twittato «Fermate i pazienti di ebola dall’entrare negli Usa. Curateli là. Gli Stati Uniti hanno abbastanza problemi!».
Intanto il National Institute of Health americano fa sapere che a settembre negli Usa inizieranno i primi test sull’uomo di un vaccino contro il virus. I primi risultati potrebbero arrivare già all’inizio del prossimo anno, anticipa Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases.
Fonte: http://www.lastampa.it/ |