Il Satse, sindacato infermieristico spagnolo ha chiesto di esonerare dai turni notturni gli infermieri con un’età pari o superiore a 55 anni, senza che ciò comporti una riduzione dello stipendio.
L’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha affermato che un lavoratore che svolge il turno notturno invecchierà prematuramente cinque anni per ogni 15 anni, e sebbene i problemi di salute non si manifestino se non dopo 10 anni di lavoro notturno, il calo delle prestazioni del lavoratore si manifesta molto più velocemente e con conseguenze per i pazienti, aumentando la possibilità di commettere errori.
E’ risaputo come il lavoro notturno a rotazione imponga un cambiamento del ritmo circadiano, collegato al rischio di diverse malattie croniche.
Da uno studio recentemente pubblicato su l’American Journal of Preventive Medicine, che ha osservato 74.000 infermieri degli ospedali britannici per quasi quattro decenni, è emerso che il numero di morti legate a malattie cardiovascolari aumentava notevolmente tra coloro che svolgevano il turno di notte da più di 5 anni.
Diversi studi osservazionali hanno rilevato la costante associazione tra il lavoro notturno e le malattie cardiovascolari (CVD) ed ancora il rischio di sviluppare un cancro, pertanto nel 2007 l’OMS ha classificato il lavoro notturno come probabile fattore cancerogeno. Oltre al legame con il cancro e il rischio di CVD, altri esiti di salute tra cui diabete, ipertensione, stanchezza cronica, vari problemi del sonno ed obesità sono associati al lavoro a turni, tuttavia le prove sono limitate ed andrebbero maggiormente indagate.
Si ritiene che il sistema circadiano e il suo marker principale, la melatonina, abbiano effetti antitumorali attraverso molteplici percorsi, tra cui attività antiossidante, effetti antinfiammatori e miglioramento del sistema immunitari, con azioni benefiche anche sulla salute cardiovascolare migliorando la funzione endoteliale, mantenendo l’omeostasi metabolica, e riducendo le infiammazioni. L’esposizione diretta alla luce notturna sopprime la produzione di melatonina e azzera i tempi dell’orologio circadiano. Le prove biologiche supportano il ruolo del lavoro notturno nello sviluppo di cattive condizioni di salute tra cui cancro, CVD e, in ultima analisi, mortalità.
La ricerca condotta basa i suoi risultati su 22 anni di follow-up di 74.862 infermieri. Una vasta coorte che ha offerto un’importante pportunità unica per studiare le associazioni tra la durata del lavoro notturno a rotazione e mortalità specifica.
In questa ampia coorte prospettica di infermieri statunitensi, il lavoro a turni notturni a rotazione per> 5 anni è stato associato a un aumento significativo della mortalità per tutte le cause e per tutte le malattie cardiovascolari (in particolare IHD). Lavorare per almeno 15 anni di turno notturno è stato associato a un aumento significativo della mortalità per cancro ai polmoni. C’è stato anche un aumento non significativo della mortalità dovuta al cancro in generale e diversi siti di cancro specifici.
Diversi meccanismi biologici sottostanti rendono plausibile tale associazione: attivazione del sistema nervoso autonomo, aumento dello stato infiammatorio, cambiamenti nel metabolismo dei lipidi e del glucosio e conseguenti cambiamenti nel rischio di aterosclerosi, che sono stati tutti precedentemente descritti nei turnisti notturni. Le donne con turni di lavoro notturni di durata maggiore avevano un BMI più elevato e tendevano ad aumentare di peso.
La mortalità per cancro del polmone e del colon-retto moderatamente aumentata tra le donne con ≥15 anni di lavoro notturno è coerente con i rapporti precedenti sul rischio di sviluppare malattie polmonari e del colon-retto tra le donne che lavorano nei turni notturni nella stessa corte. Tra le donne con ≥30 anni di lavoro notturno a rotazione, la mortalità per cancro al seno è aumentata in modo non significativo del 47% nello studio attuale, il che è in qualche modo coerente con un rapporto precedente nella stessa coorte che descrive un aumento significativo del 36% nell’incidenza del cancro al seno . I risultati attuali suggeriscono anche un potenziale aumento della mortalità per cancro renale e mieloma tra le donne con> 5 anni di lavoro notturno a rotazione.
In sintesi, questo studio ha confermato le associazioni di lavoro notturno a rotazione e mortalità da CVD (in particolare IHD) e ha suggerito associazioni di lavoro a turni con più siti di cancro. Questi risultati si aggiungono alle prove precedenti di un effetto potenzialmente dannoso del lavoro notturno a rotazione sulla salute e sulla longevità.
Fonte: https://www.infermieristicamente.it/ – Maria Luisa Asta |
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