L’aneurisma della aorta (o aneurisma aortico) è una condizione patologica in cui c’è una dilatazione permanente e localizzata di un tratto della arteria aorta. Si forma quando le fibre della tonaca media si logorano, degenerano o si assottigliano e i meccanismi riparativi le rimpiazzano con tessuto fibroso che essendo poco elastico, tende a sfancarsi sotto l’impatto pressorio delle sistoli.
Aneurisma aorta: definizione, cause e tipologie
La causa può essere una anomalia genetica (ad esempio sindrome di Marfan o Ehlers-Danlos) oppure può essere conseguenza di traumi, infezioni o nella maggior parte dei casi da una anomalia nel collagene ed elastina della parete della aorta (dovuta all’invecchiamento, al fumo di sigaretta e al colesterolo alto).
Un aneurisma dell’aorta può avere l’aspetto di un palloncino (aneurisma aortico sacciforme che è costituito da una piccola escrescenza in un punto della parte della aorta) oppure a forma di fuso (aneurisma aortico fusiforme che interessa tutta la circonferenza della aorta, essendo una dilatazione di tutto il lume).
In base al tratto interessato si divide poi in aneurisma della aorta addominale (AAA) oppure aneurisma della aorta toracica (TAA). Se un aneurisma non viene diagnosticato e trattato, si può rompere e il paziente può andare in contro al decesso a causa di emorragia interna imponente. La mortalità nei pazienti con aneurisma aortico rotto arriva fno al 75%-80% contro il 2-7% del trattamento in elezione (in Italia ci sono ogni anno oltre 6000 decessi per rottura di aneurisma).
Quando il paziente sopravvive al primo momento della rottura dell’aneurisma la tempestività dell’intervento gioca un ruolo fondamentale – come ribadito dal Dr. Giovanni Paroni, responsabile dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifco Casa Sollievo.
Gli aneurismi sono subdoli poiché sono asintomatici fino alla dissecazione o alla rottura. Le linee guida SICVE (società italiana di chirurgia vascolare ed endovascolare) indicano che il rischio di rottura di un aneurisma della aorta dipende dalle sue dimensioni ed è maggiore per le femmine e per i casi in cui l’aneurisma è in rapida espansione:
La dissecazione della aorta è una separazione anomala degli strati che compongono la parete arteriosa che causa un falso canale entro cui può penetrare il sangue e che può rompersi con estrema facilità a causa di questo indebolimento della parete.
Per evitare che l’aneurisma si espanda o che si dilati maggiormente ci sono alcuni opzioni terapeutiche che servono anche a prevenire la rottura, la dissecazione aortica e la formazione di trombi che possono causare infarti periferici. Per gli aneurismi di piccole dimensioni di solito è sufficiente il monitoraggio regolare della dilatazione (ecografa, TAC, RMN) associato a farmaci (antipertensivi, statine e beta bloccanti) e alla riduzione dei fattori di rischio come il fumo, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia.
Intervento chirurgico aneurisma aorta
Per gli aneurismi più grandi le opzioni terapeutiche sono di due tipi: l’intervento chirurgico “tradizionale” a cielo aperto e l’intervento endovascolare. Naturalmente nel primo caso l’invasività è notevole, la degenza e convalescenza sono lunghe e le complicazioni sono elevate. Nel caso dell’intervento endovascolare (EVAR) l’invasività è minore, la mortalità operatoria è ridotta, il ricovero e la convalescenza sono più brevi. Nel caso di EVAR deve però esserci appropriatezza nell’indicazione in base all’anatomia del paziente e non può essere applicato a tutti anche se al giorno d’oggi esiste una generazione di endoprotesi che permettono di trattare più pazienti rispetto al passato: queste protesi infatti possono essere fissate anche a livello soprarenale e permettono di trattare anatomie con colletti corti e maggiormente angolati e richiedono accessi di calibro più piccolo rispetto al passato.
In linea generale vengono operati aneurismi di diametro maggiore di 5,5 centimetri ma in presenza di malattie del tessuto connettivo o di dissecazione aortica sono operati anche aneurismi di dimensione inferiore. Questo perché il rischio di morte del paziente, a causa di una complicanza operatoria, è molto elevato e quindi viene fatta una valutazione costi-benefci.
Negli interventi a cielo aperto viene aperto l’addome o il torace e viene esposta l’arteria aorta che deve essere clampata a monte del tratto da operare, che viene sostituito da una protesi di materiale sintetico. Il clampaggio della arteria aorta naturalmente impone una tempistica di intervento ridotta in quanto possono esserci danni da ipoperfusione dei tessuti a valle della zona clampata. In particolare per aneurismi soprarenali ci può essere una insufficienza renale causata proprio dal clampaggio della aorta che priva i reni del flusso ematico.
Nel caso dell’EVAR il chirurgo inserisce da una arteria più in periferia (arterie femorali) una sonda operativa per innestare nel punto dell’aneurisma una protesi metallica che funge da elemento di rinforzo per le pareti indebolite (stent). È da notare che gli interventi di riparazione di aneurisma della aorta ascendente o dell’arco aortico sono di competenza cardiochirurgica in quanto richiedono la circolazione extracorporea per l’impianto della protesi.
La prognosi di un paziente con aneurisma della aorta dipende dalle dimensioni e dalla evoluzione ma è una patologia grave perché la vita della persona è minacciata dalla rottura con conseguente emorragia interna e dal rischio di trombi che possono causare ischemie.
Naturalmente la prevenzione resta l’arma migliore e anche i controlli regolari in soggetti a rischio. Come prevenzione si intende l’attività fisica, l’assenza di fumo, la riduzione del colesterolo entro i valori normali e il controllo della pressione arteriosa.
Fonte: https://www.nurse24.it/ |
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