L’ascultazione del torace è un atto medico di importanza fondamentale. Bisogna effettuarla in maniera comparativa, partendo dagli apici, secondo lo schema della figura.
Mi raccomando, il diaframma del fonendo va posto nelle sedi indicate, ovvero medialmente e sotto alle scapole! Naturalmente bisogna auscultare anche anteriormente, seguendo lo stesso schema.
Il paziente deve inspirare profondamente a bocca aperta, senza fare rumori con la bocca. Se il paziente è molto peloso, è necessario inumidire la superficie cutanea per ridurre i rumori dovuti all’attrito del fonendo con i peli.
RUMORI RESPIRATORI FISIOLOGICI:
1) Rumore respiratorio normale, anche noto, storicamente, come murmure vescicolare. E’ più intenso in fase inspiratoria e decresce in fase espiratoria (nonostante quest’ultima sia più lunga di quella inspiratoria) e ciò è dovuto al fatto che l’inspirazione avviene mediante contrazione muscolare, generando un flusso d’aria più veloce, rispetto all’espirazione, che è un fenomeno passivo. Il MV si genera per l’azione di filtro degli alveoli sull’aria in arrivo e si apprezza su tutto l’ambito, ma particolarmente nelle aree più periferiche. Il MV può diminuire di intensità (ostacolata pentetrazione di aria negli alveoli o riduzione dell’elasticità polmonare) oppure aumentare (spessore sottile della cavità toracica). Se in alcune zone l’aria non passa (per esempio per una atelettasia) si può percepire il cosiddetto silenzio respiratorio.
2) Rumore broncovescicolare: si genera nelle zone di passaggio dall’albero bronchiale agli alveoli, quindi per mescolanza di rumore bronchiale ed alveolare. Si ode meglio nelle zone dove il parenchima alveolare è meno presente, ovvero apici e primi due spazi intercostali.
3) Rumore o soffio bronchiale: ha una fase inspiratoria breve e una fase espiratoria lunga, talora separati da una pausa. Corrisponde alla proiezione dei bronchi sul torace e si apprezza particolarmente bene anteriormente. Può diventare patologico se si ode in periferia o solo da un lato, perchè può essere segno di addensamento polmonare.
RUMORI AGGIUNTI (o PATOLOGICI):
1) RUMORI DISCONTINUI (o RANTOLI o CREPITII o RANTOLI UMIDI): si distinguono in:
– a BASSA TONALITA’ (coarse crackles): sono i rantoli subcrepitanti, protoinspiratori, il cui reperto si modifica con la tosse. Sono segno di bronchite e si generano per il passaggio dell’aria attraverso il muco.
– ad ALTA TONALITA’ (fine crackles): sono i rantoli fini, anche detti rantoli crepitanti. Sono teleinspiratori e sono dovuti alla ritardata apertura degli alveoli: tipici della Broncopolmonite. Talvolta ad essi si sovrappongono gli sfregamenti pleurici, il cui reperto è molto simile.
2) RUMORI CONTINUI (o RONCHI o RANTOLI SECCHI): si distinguono in:
– a BASSA TONALITA’ (ronchi): sono i ronchi classici, detti anche gemiti, che possono essere in ed espiratori. Sono segno di broncostruzione e si generano per il passaggio dell’aria in vie aeree ristrette per la presenza di muco o broncospasmo.
– ad ALTA TONALITA’ (wheezes): sono i classici sibili dovuti alla broncostruzione, e sono per lo più espiratori.
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Fonte: https://atlantemedicina.wordpress.com/ |
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