Uomini e tecnologia. Sono i due punti di forza della Rega, la Guardia aerea svizzera di soccorso
Il responsabile della base di Magadino, Paolo Menghetti, racconta emozioni ed esperienze di un mestiere sempre in prima linea
Paolo Menghetti dedica la sua vita a salvare le vite. Capo della Base Rega Ticino, paramedico e meccanico di elicotteri, lavora da oltre trent’anni per la Guardia aerea svizzera di soccorso con i membri di un equipaggio disponibile 24 ore su 24. Il responsabile della base di Magadino ci spiega le caratteristiche di un mestiere sempre in prima linea.
Avete registrato un aumento di emergenze da quando la gente cerca di gestire diversamente il proprio tempo libero?
«Purtroppo sì. Nel 2020 abbiamo avuto il record generale in Svizzera con 13’253 interventi. Dati che sono cresciuti anche per la nostra base di Magadino con ben 842 missioni. Per fortuna sulla quantità, quelli molto gravi sono stati pochi».
Come avviene un recupero?
«Dal momento che riceviamo l’allarme dalla nostra centrale di Zurigo, noi abbiamo un tempo limite di 5 minuti per partire. L’equipaggio è composto da pilota, paramedico e medico d’urgenza. Se il recupero è in zone impervie, abbiamo anche a disposizione un gruppo di alpinisti specialisti. Il primo intervento medico viene fatto sul posto».
Il digitale oggi aiuta anche i soccorritori.
«È diventato indispensabile. Ora il medico compila il suo referto direttamente attraverso un tablet, già in volo. Questo velocizza la consegna e i parametri misurati al paziente sono riportati 1:1 sul rapporto».
Quali sono i momenti di maggiore emozione in missione?
«L’adrenalina è sempre presente e aumenta quando la nostra certezza diminuisce. Quando siamo chiamati a soccorrere un bambino c’è più apprensione, i farmaci devono essere dosati in modo diverso, la comunicazione con il piccolo paziente è difficoltosa, è tutto più delicato. La valanga rappresenta un altro momento di forte tensione, quando ogni minuto è prezioso».
Come si possono prevenire gli incidenti?
«In collaborazione con il Cantone è nato il progetto Montagne sicure (www.montagnesicure.ch), iniziativa nella quale sono direttamente coinvolto. L’obiettivo è quello di sensibilizzare tutte le persone che decidono di trascorrere il loro tempo in montagna, ma che spesso hanno scarse conoscenze e una preparazione inadeguata. Il sito propone i consigli degli esperti su come, ad esempio, affrontare e preparare una gita, oppure i corsi da frequentare per essere in grado di fronteggiare ogni evenienza. L’importante è non sopravvalutarsi».
In quanti siete all’elibase Rega della Svizzera italiana?
«Sei piloti, quattro paramedici e dieci medici d’urgenza. Dei sei piloti due di loro si occupano anche di altre mansioni come lo sviluppo della flotta. E poi i dieci alpinisti che fanno il picchetto esterno».
Di che flotta disponete in Ticino?
«Come per tutte le basi voliamo con velivoli agili, l’Agusta Westland Da Vinci, un elicottero in dotazione dal 2007 (al costo di 11 milioni di franchi) per tutte le sei basi di montagna. Mentre le cinque basi di pianura sono dotate dell’Airbus H145. La Rega partecipa allo sviluppo dei mezzi che ha in dotazione con le case che li producono. Ora stiamo collaborando a un elicottero per il volo in nube con un sistema antighiaccio, l’Agusta Westland 169, ancora in fase di test, che dovrebbe andare in consegna nel 2023, di cui uno proprio alla base ticinese».
Fonte: https://www.tio.ch/ |
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