Arrivano le webcam in ambulanza. Da qualche giorno, su un mezzo della Misericordia di Empoli, sono infatti spuntate tre webcam: una si trova sul vetro davanti e guarda la strada e due si trovano dietro, una appena sopra il portellone laterale per entrare e l’altra sul fondo. La prima guarda naturalmente la strada, la seconda è puntata sul monitor e la terza sul lettino dove è sistemato il paziente. Chi le ha viste, superato lo stupore iniziale e sinceratosi che intorno non ci fosse Alessia Marcuzzi col suo Grande Fratello, si è chiesto. Ma sono già accese? e chi le comanda? e di cosa si tratta realmente?
La sistemazione dei tre occhi elettronici sul mezzo ‘fime 30′ che viene usato o per servizi India (cioè con personale infermieristico a bordo) o per servizi Bravo (nessun infermiere o medico a bordo ma solo personale laico con qualifica di soccorritore) è figlia di una decisione presa ad un tavolo di lavoro nell’ormai lontano 2012, quindi, mese più mese meno, un paio di anni fà. All’improvviso, chissà perchè dopo così tanto tempo, la Asl le ha tirate fuori e le ha sistemate sul mezzo della Misericordia e su un mezzo di una Pubblica Assistenza del pisano. Una sorta di sperimentazione, quindi, per capire se la cosa può funzionare e, soprattutto, essere utile visto anche che si tratta di materiale costoso, aspetto che in momento di sbandierata ‘spending-review’ non è da trascurare.
Visto come sono sistemate sul mezzo, quella sul vetro davanti è puntata sulla strada, mentre le altre dovrebbero servire a vedere il paziente sul lettino ed il monitor che ne riporta i dati. I nodi da sciogliere prima di saperle in funzione, però, non sono pochi.
Premesso che vedere dalla centrale operativa su un monitor un paziente non si capisce bene a cosa possa servire e che i dati del monitor possono anche essere forniti dal personale presente in ambulanza, anche se ‘laico’, come accade regolarmente e quotidianamente ora, si pongono un paio di domande. La prima: chi accende la cam e quando?
Se, come vuole l’associazione che su questo mette decisa un paletto, l’accende il personale a bordo nel caso ne senta la necessità può al limite anche andare bene perchè potrebbe essere un qualcosa in più (anche se fino ad oggi nessuno ne ha mai sentito la necessità visto che esistono la radio di bordo e il telefono per comunicare col 118), ma se invece le dovesse accendere la centrale operativa?
Chi opera sul mezzo sarebbe in un certo modo controllato senza saperlo visto che, se la cam lavora, nessuno se ne accorge. E, nei momenti in cui a bordo c’è personale infermieristico, il contratto di lavoro consente di farlo? Senza considerare che, come logica vuole, l’infermiere che è sopra ha tutte le competenze e capacità professionali per operare senza che nessun collega lo guardi da una cam. E siamo alla seconda domanda: la famosa legge sulla privacy consente le riprese tramite webcam, seppur da personale infermieristico, di una persona sistemata sul lettino di un’ambulanza?
Anche questo rischia di essere un argomento da sviscerare bene dal momento che, seppur in Italia la legge sulla privacy venga girata in un modo o nell’altro a seconda delle necessità, in quel contesto la situazione è alquanto delicata. Insomma, le webcam dopo due anni sono rispuntate fuori ed ora si aspetta che spunti fuori anche il protocollo operativo a cui attenersi. L’unica cosa certa è che al momento sono spente mentre chi le vede le guarda un po’ stupito e si pone una domanda: ma verranno mai accese?
Voi cosa ne pensate?
Fonte: http://www.gonews.it// – 10 aprile 2014 |
la motivazione è semplice(un esperimento simile fu tentato in Brianza anni ed anni fa con le microtelecamere sui caschi):poter vedere dalla Co cosa realmente succede e che cosa ha il paziente visto la media dei servizi di soccorso che ci ritroviamo in italia….a conti fatti non servono a un bel niente,basterebbe avere onestà culturale e dirsi che il sistema così non va e iniziare a fare selezione vera di chi sale sulle ambulanze.
Bisognerebbe sapere la motivazione per la quale sono state posate…
Capisco delle telecamere posizionate sulla strada (tipo la polizia negli Stati Uniti per intenderci), ma nel vano sanitario….
Forse erano solo un test…costoso!!
italianate inutili(e lo dico da italiano)…invece che impegnarsi seriamente per figure ad hoc nel preospedaliero si inventano queste inutilità lesive persino del minimo sindacale della privacy….
Io non conosco bene la legge Italiana, ma non vi sarebbe un problema di protezione della privacy del paziente?
Non credo che in una situazione d’urgenza, vi è la possibilità di far firmare una sorta di “permesso” al paziente per poterle utilizzare…