Oh mio dio ho mangiato troppe mandorle?
L’intossicazione da cianuro è una delle tante complicanze che può portare a quadri di Insufficienza respiratoria, ma prima di parlare del cianuro e della sua azione tossica sul nostro organismo è necessario fare un breve accenno sulla fisiologia e sul meccanismo della respirazione.
La respirazione è un insieme di meccanismi fisiologici che il nostro corpo mette in atto per garantire adeguate quantità di ossigeno a tessuti e organi. Il metabolismo cellulare richiede un continuo apporto di ossigeno e una continua rimozione di anidride carbonica dal torrente ematico. Il principale compito del sistema respiratorio è quello di ventilare le superfici ove vengono scambiati tali gas (alveoli polmonari) e adempiere alle esigenze nutrizionali e vitali delle cellule. La funzione del sistema è quindi lo scambio di gas (O2 e CO2) tra l’aria atmosferica e le cellule.
Come avviene tale scambio? Senza entrare troppo nel dettaglio, l’aria inspirata dall’ambiente entra nelle vie aeree, raggiunge la trachea e i bronchi fino ad arrivare agli alveoli polmonari dove avviene la diffusione. L’ossigeno dagli alveoli per gradiente di pressione parziale passa nei capillari polmonari dove in parte viene sciolto nel plasma e in parte legato all’emoglobina (Hb). L’emoglobina è una proteina contenuta nei globuli rossi deputata a raccogliere e trasportare l’ossigeno tramite il sangue ai tessuti.
Riassumendo brevemente, l’ossigeno che raggiunge gli alveoli viene trasferito al sangue e tramite l’emoglobina raggiunge le cellule dell’organismo per favorirne il metabolismo.
Dopo questa breve introduzione sul meccanismo della respirazione possiamo finalmente ragionare sull’intossicazione da cianuro.
Per prima cosa è bene specificare che esistono due tipologie di cianuro: il CIANURO INORGANICO, che è un potentissimo veleno e il CIANURO ORGANICO. che è decisamente meno tossico del precedente.
I cianuri inorganici sono sostanze chimiche che trovano largo impiego in ambito manifatturiero, dall’industria della carta a quella metallurgica e della plastica. Mentre un noto esempio di cianuro organico è presente nel nocciolo di diversi frutti tra cui: pesche, albicocche, ciliegie, susine e mandorle amare. In natura è presente anche in varie specie di piante, oltre ad essere addirittura prodotto da alcuni batteri e funghi.
Il cianuro ha una tossicità acuta estremamente elevata. Gli effetti dell’avvelenamento da tale sostanza riconoscono come causa l’ANOSSIA TISSUTALE (assenza di ossigeno ai tessuti e cellule) secondaria sia alla formazione di composti che rendono l’emoglobina incapace di trasportare O2, sia al blocco della respirazione intracellulare mitocondriale. Andando più nel dettaglio il cianuro funziona come inibitore della ferricitocromo-ossidasi mitocondriale (enzima necessario alle cellule per il metabolismo e consumo di O2), formando con esso un complesso relativamente stabile. Viene cosi impedito il rilascio dell’ossigeno da parte dell’emoglobina ai tessuti e cellule. In questo modo l’ossigeno non viene consumato a livello tissutale e si accumula in circolo; infatti con avvelenamento da cianuro, anche il sangue venoso risulta di color rosso brillante (perché ricco di O2).
I sintomi principali di tale condizione includono cefalea, astenia, nausea seguite da dispnea severa, palpitazioni, convulsioni e coma.
Gli effetti dell’ipossia si riflettono sul sistema respiratorio; sopraggiunge quindi una rapida depressione dell’attività cerebrale. La frequenza cardiaca inizialmente aumenta come meccanismo riflesso di compenso, ma successivamente diminuisce progressivamente.
La morte avviene per anossia cerebrale (4-6 minuti senza ossigeno al cervello) e collasso cardiovascolare. I neuroni e i cardiomiociti (cellule cuore), sono le prime a soffrire della carenza di ossigeno.
In caso ci trovassimo di fronte ad un paziente dispnoico e tachicardico con una saturazione del 100% non bisogna assolutamente abbassare la guardia, anzi il contrario. Vale la stessa regola del monossido di carbonio. Un paziente con avvelenamento da cianuro avrà come saturazione 100% perché effettivamente l’ossigeno in circolo è legato all’emoglobina.
In queste situazioni quale è l’approccio terapeutico? Oltre alla somministrazione di ossigeno si utilizzano farmaci come il Nitrito di amile in grado di legare a se il cianuro, staccandolo e distogliendolo dall’emoglobina.
In conclusione, la dose letale di cianuro per l’uomo è compresa tra 0,5-3,5 mg/kg di peso corporeo.
Articolo inviato da Elia Antonioni (che ringraziamo) |
Fonti: www.salute.gov.it, www.idoctors.it |
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