La strategia nazionale di sopravvivenza dello SRC si concentra sulle misure concrete da adottare per sopravvivere a un arresto cardiocircolatorio.
La posizione della Svizzera nel confronto internazionale sarà pubblicata nel 2023 nel rapporto “EuReCa Three”, che la vede tra i circa 30 Paesi partecipanti. Questo studio mette a confronto circa 28 Stati europei in termini di incidenza, trattamento e risultato di un OHCA nel corso di un periodo di misurazione di tre mesi (da settembre a novembre 2022).
Vale precisare che vengono presi in considerazione esclusivamente i dati di OHCA con la partecipazione di un servizio di soccorso svizzero (salvataggio a terra o aereo). Non viene integrato alcun dato derivante dalle rianimazioni intraospedaliere, il cosiddetto In-of-Hospital Cardiac Arrest (IHCA). Fanno eccezione le rianimazioni eseguite presso un ospedale, in cui il servizio di soccorso era coinvolto come “team di rianimazione” sul posto e aveva il comando.
La partecipazione del servizio di soccorso in caso di arresto cardiocircolatorio non implica l’adozione delle misure di rianimazione. In molti casi, vi si rinuncia perché non sono appropriate dal punto di vista medico e/o etico.
Bisogna inoltre tenere conto del desiderio del paziente, qualora sia noto. L’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM) ha pubblicato le direttive medico-etiche relative alle decisioni in merito alla rianimazione, a cui si attengono gli attori della catena di sopravvivenza.
Tuttavia, una parte delle voci presenti nel registro rappresenta le persone per le quali è stata avviata la strategia di sopravvivenza dello SRC. Ovvero le persone vittime di un arresto cardiocircolatorio prematuro che, per poter sopravvivere a tale evento, dipendono da un sistema che funzioni al meglio. Detto sistema viene rappresentato – in generale e a prescindere dagli arresti cardiocircolatori – sotto forma di catena di soccorso.
Interassociazione di salvataggio
Da ciò deriva la catena di sopravvivenza che, per il caso specifico dell’arresto cardiocircolatorio, viene raffigurata con gli anelli necessari ai fini di un sistema ottimale e a cui fa riferimento la strategia nazionale di sopravvivenza.
Nota:
SWISSRECA è una banca data online in costante crescita. A causa delle diverse tempistiche di valutazione, le cifre possono differire da quelle pubblicate altrove.
Dalla prospettiva attuale, l’inserimento di SWISSRECA nel panorama del soccorso svizzero può considerarsi un successo. Finora vi partecipano tutte le centrali per l’allarme sanitario urgente 144 e tutte le organizzazioni di salvataggio aereo. Oltre il 98% dei quasi cento servizi di soccorso a terra fornisce i propri dati, il che significa che quasi tutto il territorio e la popolazione svizzera sono coperti dal registro. Complessivamente, le organizzazioni coinvolte lungo la catena di soccorso sono oltre 120, con una tendenza in continuo aumento.
Per questo rapporto sono stati analizzati 18‘368 OHCA nel periodo compreso tra l’1.1.2019 e il 31.12.2021. Per quanto concerne le informazioni epidemiologiche, sono stati analizzati tutti i 18‘368 casi, a prescindere dal fatto che siano stati forniti dal servizio di soccorso a terra, aereo o da entrambi.
Alcuni risultati vengono presentati esclusivamente nella strategia di sopravvivenza dello SRC, anche se dal punto di vista tematico avrebbero potuto comparire già in precedenza nel rapporto.
Laddove alcune cifre sono indicate con “sconosciuto”, significa che l’organizzazione in questione non ha potuto o voluto fornire indicazioni.
Nel 61% di tutti gli OHCA segnalati, la rianimazione è stata avviata da un servizio di soccorso risp. sono state adottate le misure in corso. Nel 2021, l’incidenza di un OHCA in Svizzera è stata di 45 eventi su 100‘000 abitanti, sulla base di 3‘899 rianimazioni effettuate da professionisti, 8‘738‘791 abitanti residenti e supponendo che il 100% della popolazione sia coperto da SWISSRECA.
Risultati 2019-2021
Di seguito analizzeremo più da vicino le circostanze in cui si verificano gli OHCA. Possiamo quindi dichiarare chi ne è vittima, dove, come e quando.
Inoltre, esamineremo chi si è trovato in quali circostanze e quali misure sono state adottate.
Cause sospette
La maggior parte degli arresti cardiocircolatori si verifica in ambito privato in appartamento e, in otto casi su dieci, la causa è di natura medica, ovvero una malattia. Sulla base di analisi precedenti e della letteratura, queste patologie sono prevalentemente di origine cardiaca.
La maggior parte delle rianimazioni non avviate avviene altresì in ambito domestico. Da un lato, ciò può dipendere dal fatto che i parenti hanno maggiore probabilità di conoscere e poter esprimere il desiderio “rianimazione NO”. Un’altra causa può essere che alcune persone muoiono nel sonno e lo si scopre solo dopo ore, quando la rianimazione non ha più alcuna possibilità di successo. Ma esistono anche altre ragioni, come le persone per lo più anziane che vivono sole, il cui arresto cardiocircolatorio passa inosservato e che vengono trovate soltanto tardivamente.
La maggior parte degli arresti cardiocircolatori accidentali si verifica durante le attività del tempo libero (ad es. lo sport) e per strada.
La catena di sopravvivenza è stata avviata…
Mezzi di soccorso sul posto
Attualmente, l’organizzazione e l’intervento dei First Responder vengono gestiti in modo molto diverso in Svizzera.
I membri delle diverse organizzazioni di primo intervento (pompieri, polizia ecc.) vengono impiegati a seconda della regione risp. del Cantone. Tuttavia, un modello molto diffuso è anche la collaborazione con i volontari tra la popolazione. Dopo aver completato una formazione di base per First Responder (in alcune regioni è sufficiente un corso BLS-AED), in caso di emergenza vengono localizzati e impiegati tramite un’applicazione per smartphone.
Distribuzione dei mezzi d’intervento
La maggior parte degli arresti cardiocircolatori vengono registrati dai servizi di soccorso a terra. In poco meno del 10% dei casi, il servizio di soccorso a terra e il soccorso aereo collaborano.
Misure adottate dal servizio di soccorso
In quasi due terzi degli interventi, la rianimazione viene eseguita dal servizio di soccorso e, in una piccola percentuale di questi casi (4%), viene iniziata e interrotta nel giro di pochi minuti. Questo accade, tra l’altro, quando ci si rende rapidamente conto che la persona in questione non desidera l’adozione di alcuna misura. Oppure, durante la rianimazione, vengono constatati per certo segni di decesso, che rendono inutili le misure sia dal punto di vista medico che etico. Le persone chiaramente decedute sono state in genere scoperte a distanza di ore o giorni dal verificarsi dell’arresto cardiocircolatorio, oppure presentano lesioni che giustificano il decesso.
In quasi un quarto dei casi, il servizio di soccorso si imbatte in ritmi cardiaci inizialmente defibrillabili. Nel resto dei casi, i ritmi non defibrillabili sono le asistolie, seguite dall’attività elettrica senza polso (PEA).
A differenza di un’asistolia (linea piatta all’ECG), nel caso di una PEA o di un ritmo defibrillabile (fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare senza polso), il cuore ha ancora una certa attività. In questi casi, le chance di poter sopravvivere all’evento sono sostanzialmente migliori. Un ritmo defibrillabile dev’essere trattato, ovvero defibrillato, quanto prima, in modo che il cuore riprenda a battere a un ritmo regolare.
Tipo di compressione toracica
Tutte le rianimazioni:
Prevalentemente massaggio cardiaco manuale: 71 %
Prevalentemente massaggio cardiaco meccanico: 29 %
Durante il trasporto in rianimazione verso l’ospedale:
Prevalentemente massaggio cardiaco manuale: 45 %
Prevalentemente massaggio cardiaco meccanico: 55 %
Negli ultimi anni, l’utilizzo di presidi meccanici per praticare le compressioni toraciche ha preso sempre più piede. Il campo di applicazione principale è il supporto meccanico durante il trasporto verso l’ospedale. È quindi possibile garantire in modo più efficace la sicurezza del personale e la qualità delle compressioni.
Tuttavia, l’impiego dei dispositivi non è praticamente cambiato nel periodo di misurazione compreso dal 2019 al 2021.
Gestione delle vie aeree (se eseguito)
Statisticamente, sei persone rianimate su dieci muoiono sul posto. Tre arrivano in ospedale con l’attività cardiocircolatoria ripristinata. Quasi una persona su dieci viene trasportata con la rianimazione in corso. Analisi precedenti hanno dimostrato che i ricoveri ospedalieri sotto rianimazione sono correlati a un pessimo risultato.
Risultati delle rianimazioni pre-ospedaliere
Statisticamente, sei persone rianimate su dieci muoiono sul posto. Tre arrivano in ospedale con l’attività cardiocircolatoria ripristinata. Quasi una persona su dieci viene trasportata con la rianimazione in corso. Analisi precedenti hanno dimostrato che i ricoveri ospedalieri sotto rianimazione sono correlati a un pessimo risultato.
Fonte: https://www.ivr-ias.ch |
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