La scala di Rankin è una scala di valutazione utilizzata comunemente per misurare il grado di disabilità o dipendenza nelle attività quotidiane (ADL) di persone che hanno subito un ictus o un altro evento con esito di disabilità neurologica. Fornisce informazioni sul livello di disabilità del paziente, ma può essere utile anche per il follow-up e per fare previsioni prognostiche. È diventata una delle più importanti scale utilizzate per misurare gli outcomes clinici nello stroke.
Che cos’è la scala di Rankin
La scala di Rankin è stata in origine introdotta dal Dr. John Rankin nel 1957 dello Stobhill Hospital, Glasgow, in Scozia, come scala a 5 livelli che va da 1 a 5. Successivamente modificata e accettata dal professor C. Warlow e il suo gruppo al Western General Hospital di Edimburgo per utilizzarla nello studio UK-TIA nel 1980 per includere il valore “0” per i pazienti che non avevano sintomi.
Fino al 2005 la scala era ancora segnalata come da 0 a 5. Tra il 2005 e il 2008 è stata apportata la modifica finale per aggiungere il valore “6” per designare i pazienti deceduti.
Gli item della scala di Rankin modificata
La versione moderna del modello modificato differisce dalla scala originale di Rankin principalmente per l’aggiunta del grado 0, che indica una mancanza di sintomi e l’aggiunta del grado 6 che indica la morte.
La scala ha un punteggio da 0 a 6: il punteggio minore è la piena salute, mentre quello più alto indica la morte del paziente.
Come si compila la scala Rankin
Utilizzare la scala Rankin è semplice: la valutazione viene fatta osservando le condizioni del paziente e assegnando un punteggio compreso tra 1 a 6. Punteggi bassi indicano un alto livello di funzionamento e autonomia, punteggi alti indicano disabilità più o meno grave conseguente ad un ictus o evento cerebrale con esito di disabilità neurologica.
Il punteggio 6 corrisponde alla morte e fornire un punteggio numerico per tale evento può consentire di utilizzare la scala Rankin come indicatore di outcome o per studi statistici.
La scala di Rankin risulta avere una buona affidabilità e validità di costrutto. Ciononostante, si evidenzia una scarsa demarcazione tra i livelli, mancanza di valutazioni che richiedono capacità cognitive e una moderata affidabilità legata all’osservatore.
Risulta quindi poco aderente alle necessità di valutazione del paziente nel momento acuto limitando il suo utilizzo nei reparti di emergenza. Sicuramente più indicata per quantificare la disabilità e di conseguenza il peso sociale del paziente colpito da ictus, utile nella fase riabilitativa e ottimale come follow-up anche attraverso un questionario telefonico.
Come si valuta il punteggio della scala di Rankin
Un punteggio pari a zero indica che il paziente non ha sintomi e sembra essere del tutto normale dopo un ictus.
Livello 1
Il punteggio pari a 1 indica assenza di disabilità significativa malgrado la presenza di sintomi lievi; il paziente mantiene la capacità di realizzare le attività abituali, le precedenti attività lavorative, sociali o hobby.
Si considerano attività abituali quelle che si compiono con frequenza almeno mensile. Non hanno alcun problema con l’esecuzione dei compiti della vita quotidiana (ADL) e potrebbero non aver bisogno di terapie specifiche o cure di supporto. Possono non esprimersi con chiarezza quindi avere difficoltà nell’espressione verbale nella lettura o nella scrittura, ma comunque essere compresi.
Livello 2
Il punteggio pari a 2 indica una disabilità lieve. Il paziente colpito da ictus ridurrà le attività precedenti all’evento, ma non avrà bisogno di assistenza. Questo comporta l’incapacità di svolgere tutte le attività precedenti ma comunque permane l’autonomia nelle ADL e nella deambulazione.
Dunque il paziente dopo l’ictus non è più in grado di svolgere attività come guidare, lavorare, leggere o ballare, ma riesce a prendersi cura di sé nel suo ambiente domestico quindi a muoversi in casa, lavarsi, mangiare, preparare pasti semplici, fare la spesa o piccoli spostamenti, senza necessità di supervisione.
Livello 3
Il punteggio pari a 3 indica una disabilità moderata. Il paziente colpito da ictus avrà bisogno di qualche aiuto e richiede di essere assistito più frequentemente di una volta a settimana.
Riesce a prendersi cura di sé in modo parziale, quindi si veste, provvede alla sua igiene personale o mangia in atonomia, ma deambula con l’ausilio di un bastone o girello o deambulatore. Dipendente nelle attività più complesse come fare le pulizie o fare acquisti o cucinare, necessita di supervisione finanziaria.
Livello 4
Il punteggio pari a 4 indica una disabilità moderatamente grave. Il paziente non è in grado di deambulare senza aiuto e non riesce più ad assolvere alle normali attività quotidiane. Non è in grado di muoversi in modo autonomo, né di vestirsi o di nutrirsi. Ha bisogno di assistenza per poter usare il bagno o per le cure igieniche. Può essere lasciato solo solamente per brevi periodi e regolarmente assistito.
Livello 5
Il punteggio pari a 5 indica una disabilità grave. Il paziente ha bisogno di cure infermieristiche qualificate e costanti in quanto costretto a letto e avendo una bassa funzione cognitiva.
L’assistenza infermieristica è mirata alla prevenzione e/o cura delle lesioni da pressione o alla conservazione di uno stato nutrizionale tramite nutrizione enterale o parenterale. Il paziente non può mai essere lasciato solo e necessita di una presenza costante anche notturna (non necessariamente infermieristica in questo caso).
Livello 6
Il punteggio pari a sei è assegnato a pazienti clinicamente morti a seguito di ictus o eventi cerebrali. Assegnare un punteggio numerico può essere di aiuto nel monitorare gli esiti e le statistiche dei pazienti in determinati contesti.
La scala Rankin viene utilizzata anche negli studi clinici per quantificare i dati dei pazienti e fornire un’immagine accurata degli eventi durante lo studio stesso. Inoltre, la scala Rankin fornisce una rapida panoramica in corso di analisi statistiche, poiché è un chiaro strumento di valutazione numerica per i risultati.
Fonte: https://www.nurse24.it/ |
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