Capita che chi subisce violenza domestica (psicologica, fisica, sessuale) chiami i soccorsi. Non succede spesso. Il più delle volte queste persone vengono portate, quasi sempre da chi le ha maltrattate, al pronto soccorso saltando la fase del soccorso extra ospedaliero. Ma capita anche in qualche caso che chiamino l’ambulanza.
Vi è un’idea diffusa che la violenza domestica sia un fatto che riguarda esclusivamente le classi medio basse della società. In realtà la violenza domestica è trasversale: quindi non è strano che episodi di violenza domestica avvengano tra professionisti affermati con una vita agiata e una bella casa.
Se si ha il sospetto che le lesioni e i traumi siano compatibili con la violenza domestica è opportuno, se si ha il tempo e ci sono le condizioni adatte, soffermarsi sul tipo di comunicazione. Per quanto riguarda il “verbal” ovvero la comunicazione verbale sarà l’offender (chi ha usato violenza) a parlare anche se le domande sono rivolte alla vittima.
Potrebbe essere che dica frasi che in qualche modo ridimensionino l’accaduto e che usi vezzeggiativi nei confronti della paziente (di solito l’offender è maschio e la vittima è femmina o minore, sia maschio che femmina). Un esempio potrebbe essere: “E’ una sciocchina, non sta mai attenta, vero cara? Ti fai sempre male!”.
Non è raro che il “verbal” sia collaborativo. La parte “visual” ovvero il linguaggio del corpo molto spesso tradisce ciò che le parole stanno raccontando. In qualche caso si potrebbe avere l’offender che allarga le braccia, o anche uno solo, appoggiandolo allo stipite della porta. Impedendo così, di fatto, l’ingresso in altre stanze.
Se il soccorso avviene in cucina l’offender potrebbe controllare (l’offender non si limita mai a guardare, ma controlla) la scena stando sulla porta. Una volta finito il soccorso deciderà di spostarsi, ma si metterà in modo che l’unica via per i soccorritori sarà quella per uscire di casa.
Non è detto che in casa ci sia disordine. In molti casi l’offender si comporterà come se dovesse sottolineare che è il padrone di casa, che quel territorio è suo. Più spazio occuperà con il corpo più starà segnalando ai soccorritori che lì comanda lui. Non è raro che intervenga nel soccorso per dire la sua.
Nel caso di dubbi sulle violenze domestiche è sempre opportuno convincere la vittima a raggiungere il pronto soccorso. Meglio evitare, sul posto, di menzionare il dubbio o la violenza domestica. Meglio evitare domande dirette, la vittima, se l’offender è presente, rischierebbe di mentire (per evitare altre violenze).
Fonte: http://www.soccorritoresullascenadelcrimine.com// |