L’ipotermia indotta dopo arresto cardiaco, miracolo o progresso scientifico?
Ed Deitch era clinicamente morto, il suo polso era assente. L’insegnante di storia americana di una scuola di Sterling era caduto riverso a terra a 100 metri dall’arrivo della maratona di Roanoke (Virginia USA). Nonostante l’equipe medica presente alla manifestazione l’avesse rianimato defibrillandolo, Deitch, aveva ripreso solo il polso, ma qualsiasi attività celebrale sembrava essersi persa. In soli 5 minuti Deitch veniva trasportato al dipartimento di emergenza del Carilion Roanoke Memorial Hospital con Glasgow 3.
La fortuna di Deitch? Un nuovo protocollo sull’ipotermia sperimentato dall’ospedale di Roanoke. Deitch è stato così sottoposto a ipotermia terapeutica, ed è stato tenuto a 33°C per 24 ore. L’obiettivo dell’ipotermia indotta, nella quale i medici abbassano la temperatura del corpo dei pazienti in arresto cardiaco, è quello di salvare il cervello dalla morte cellulare per anossia. Infatti mentre il corpo Deitch ha lottato per riprendersi dai problemi biologici che seguono l’improvvisa morte clinica, il suo battito cardiaco era lì, ma il suo cervello era in concorrenza con tutti i suoi altri organi per l’ossigeno. Studi scientifici hanno dimostrato che il raffreddamento del corpo consente ad una persona di sopravvivere con meno ossigeno e preservare la funzione cognitiva. Questo sistema viene utilizzato solo in pazienti con arresto cardiaco che non riacquistano coscienza una volta che il loro battito cardiaco è ripristinato. Non sempre funziona.
Per questo quando Deitch è stato sottoposto al trattamento i medici non erano molto fiduciosi sul suo risveglio. Ma Ed quei medici oggi li può ringraziare, perché alle 9 del mattino del giorno seguente (a distanza di 24 ore dall’evento) ha aperto gli occhi e ha chiesto dove si trovasse. Sembra una favola dal lieto fine, eppure è realtà, una realtà che deve i meriti ad un dispositivo innovativo che permette il raffreddamento attraverso dei cuscinetti di grandi dimensioni che avvolgono il paziente, il tutto collegato ad un computer. Il sistema non è molto costoso se si pensa all’utilità, circa $ 40.000 la macchina e i cuscinetti (non riutilizzabili) 1.000 dollari a paziente. L’ospedale di Roanoke ne ha noleggiati 2 e sta pensando di prenderne un terzo. I dati sull’utilizzo del sistema di raffreddamento sono molto promettenti, si stima che prima del suo utilizzato solo un paziente su 10 avesse la possibilità di sopravvivere ad una ripresa del circolo dopo arresto cardiaco, ma uno studio che ha preso in considerazione 42 pazienti su cui è stata praticata l’ipotermia indotta ha dimostrato di far saltare i dati dal 10% al 45% di sopravvivenza. Dati che hanno del sensazionale. Decisamente un sistema che ha bisogno di essere pubblicizzato, auspicandone l’utilizzo anche in Italia. Ah! Volete sapere quali sono state le ultime parole di Ed Deitch? Con un sorriso smagliante ha detto: “Ho intenzione di essere al via della maratona del prossimo anno”, e poi rivolgendosi a tutti i presenti: “Avete tutti controllato la vostra pressione ed il colesterolo?”.
Fonte: http://www.areacritica.net/ |
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