Tiziano Moccetti 40 anni fa ebbe un’idea innovativa, il cuore dei ticinesi oggi è più protetto
LUGANO – In Ticino, annualmente, si verificano tra i 250 e i 300 arresti cardiaci improvvisi. Ad ogni minuto di ritardo nella rianimazione, la probabilità di successo dello stesso si riduce del 7-10%. Un contributo per migliorare la sopravvivenza e la qualità del paziente colpito da questa patologia è dato dalla possibilità di mettere in atto quanto prima le misure salvavita e la rianimazione cardiopolmonare associate all’impiego di defibrillatori automatici esterni, da parte di soccorritori laici adeguatamente formati. Così si legge, tra l’altro, sul sito della Fondazione Ticino Cuore, creata su iniziativa della Federazione cantonale ticinese servizi autoambulanza e del Cardiocentro Ticino: lo scopo della Fondazione è l’aumento della sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. In particolare, si vuole assicurare che al cittadino colpito da arresto cardiaco venga somministrata una defibrillazione entro un massimo di cinque minuti e creare le basi per la realizzazione di una rete capillare di defibrillatori distribuiti sul territorio cantonale, coordinata e gestita da Ticino Soccorso 144. Ad oggi, in Ticino, si legge ancora, la sopravvivenza globale si aggira attorno al 14% ed aumenta sino al 43% in caso di fibrillazione ventricolare. Si tratta, è segnalato, di un risultato molto importante che, secondo la letteratura scientifica, colloca il Ticino tra i migliori a livello internazionale.
Adesso, facciamo un salto indietro di 40 anni, precisamente nell’estate del 1974. A quei tempi, di cardiomobili, in Ticino non ve ne erano. In Svizzera, ne erano in servizio soltanto due: uno a Zurigo e uno a Basilea. Lucerna prevedeva di studiare l’introduzione di questo prezioso automezzo entro la fine di quell’anno. Ed ecco che, a Lugano, su iniziativa del professor Tiziano Moccetti, allora primario della Clinica medica dell’Ospedale Civico ed oggi direttore scientifico del Cardiocentro, venne istituito, per un periodo di prova, d’accordo con la locale Croce Verde, un servizio cardiomobile per cinque mesi. A parlare è Piergiorgio Donada, responsabile a quei tempi del settore pazienti del Civico e segretario del gruppo che quell’anno diede vita all’importante e innovativo progetto. Tutto era iniziato nel corso di una riunione avvenuta a gennaio del 1974 nello studio del professor Moccetti, presenti l’avvocato Franco Ballabio, presidente della Croce Verde di Lugano, l’aiutante Luigi Ghisletta della Polizia comunale di Lugano, il dottor Fulvio Passardi, direttore dell’Ospedale Civico, Gianfranco Tenzi della Croce Verde, Moccetti e Donada.
Il professore dopo aver segnalato che i precursori di questo servizio furono gli inglesi, ricordò che le stazioni di cure intense di allora avevano ridotto di parecchio la mortalità: purtroppo, però la maggior parte dei decessi avveniva prima che il paziente fosse arrivato in ospedale. Era quindi necessario aver in Ticino un autoveicolo per questi delicati trasporti. Oltre all’automezzo, serviva anche il materiale necessario da utilizzare nella cura al paziente: un elettrocardiografo continuo trasportabile, un defibrillatore con oscilloscopio, una valigetta CIM (cure intense medicina) con tubi, laringoscopio, sonde pacemaker, eccetera. Dal canto suo, prosegue Donada, la Croce Verde di Lugano provvide a potenziare il proprio parco veicoli acquistando una nuova autolettiga polivalente, adatta tanto all’infortunistica, quanto ai lunghi viaggi; utilizzabile, soprattutto, per il trasporto di persone colpite da infarto.
L’acquisto della nuova vettura, capace di trasportare sino a sei persone, quattro delle quali adagiate in barella, fu possibile grazie alla generosità della popolazione e degli enti pubblici. Il cardiomobile venne esposto in piazza della Riforma nel mese di novembre del 1974. Su richiesta medica, un veicolo della Croce Verde venne accompagnato da un medico e da personale paramedico per raggiungere un paziente colpito da infarto miocardico e condurlo nel reparto cure intense dell’ospedale. Era iniziata una nuova era della medicina di urgenza.
Fonte: http://www.cdt.ch – Emanuele Gagliardi |
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