Il lavoro notturno rovina la salute
Capovolgere la naturale alternanza tra il sonno e la veglia può provocare nel lungo periodo problemi cardiaci, disordini alimentari, diabete e varie tipologie di cancro
Gregory Jones inizia la sua giornata quando la sua famiglia e quasi tutte le persone che conosce si accingono ad andare a dormire. Con il suo camion porta frutta e verdura in diversi supermercati del New Jersey dalle otto di sera alle quattro del mattino. «Otto ore di riposo sono un’utopia – racconta – per me dormire è un privilegio, una benedizione».
Jones appartiene al variegato universo dei lavoratori notturni, che sono ormai indispensabili per la società moderna, ma la cui salute, secondo un recente studio, è a rischio. Con l’orologio biologico che imporrebbe all’organismo di dormire la notte, queste persone faticano a restare sveglie durante l’orario di lavoro, anche quando si tratta di un’abitudine consolidata negli anni. L’uomo per natura non è fatto per stare sveglio ogni notte, e il caffè non può certo bastare: «Tutti quelli che lavorano di notte hanno sonno – afferma Jeanne Geiger-Brown, docente all’Università del Maryland che ha effettuato la ricerca – e il 20 per cento di loro si assopisce di tanto in tanto durante il turno. Dobbiamo accettare una volta per tutte che siamo umani, non macchine».
Una simile tipologia di vita può mettere a dura prova la vita sociale e i rapporti familiari. Durante il weekend poi, l’organismo è stravolto dal cambio di orari rispetto alla settimana lavorativa, e difficilmente si riesce a riposare quanto si vorrebbe: «Purtroppo non basta la propria volontà – spiega la dottoressa Nancy Collop, direttrice di una clinica che si occupa dei disturbi del sonno – quando si altera il ritmo naturale dell’organismo non si potrà mai raggiungere un equilibrio salutare». Anche quando si prova a dormire otto ore durante il giorno, aggiunge, non si riesce mai a riposare davvero. «Mi sveglio dopo appena quattro ore – conferma Jones – e poi non riesco più a tornare a letto, c’è la luce e gli uccellini cantano fuori dalla mia finestra».
Ma quando il sonno ha la meglio, possono talvolta scaturirne conseguenze drammatiche. Gli incidenti nucleari di Three Mile Island del 1979 e di Chernobyl del 1986 sono avvenuti infatti grazie alla disattenzione di qualche sbadato lavoratore notturno. Mercoledì scorso due aeroplani sono atterrati all’aeroporto di Washington poco dopo la mezzanotte senza che nessun controllore di volo monitorasse dalla torre di controllo. Le indagini hanno dimostrato che l’uomo, con 20 anni di servizio sulle spalle, si era addormentato per la prima volta in carriera, dopo quattro notti consecutive in cui era stato impiegato tra le 10 di sera e le sei del mattino. Per fortuna non è successo nulla, ma è scoppiata la polemica sulla presunta mancanza di sicurezza nei cieli americani. «Bisogna discutere dei ritmi massacranti a cui sono sottoposti questi lavoratori – attacca la Collop – chi fa i turni di notte dovrebbe avere orari più leggeri. Invocare addirittura l’arresto per quest’uomo è una reazione istintiva che non aiuterà certo a risolvere il problema».
I ricercatori dell’Università del Maryland hanno accertato che chi lavora di notte ha maggiori possibilità di contrarre il diabete, tumori, difficoltà cardiocircolatorie e problemi alla ghiandola endocrina. Uno studio della Columbia University ha inoltre calcolato che assume mediamente 329 calorie in più ogni giorno, con evidenti conseguenze sulla bilancia. Jones è consapevole di questi rischi e ogni giorno non rinuncia mai a due ore di attività fisica: «Ho visto però colleghi anche giovani logorarsi un po’ alla volta, hanno dolori dappertutto, e non riescono a fare nient’altro che non sia lavorare, mangiare e poi dormire». Nonostante ciò, a Jones non sfuggono i lati positivi della sua vita: «Ho il tempo per fare le commissioni e accompagnare i miei figli al baseball. Certo, ammetto che non è un lavoro adatto a tutti..».
Fonte: http://www.lastampa.it/ |
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