Jesi Pronto Soccorso – Caro cittadino, ecco il nostro punto di vista
Caro cittadino/paziente/cliente/utente,
Siamo operatori sanitari che lavorano, quotidianamente, in un posto in cui in pochi avrebbero il coraggio di lavorare: il Pronto Soccorso.
Abbiamo sentito il bisogno di scrivere questa lettera perché leggiamo ormai ovunque commenti rabbiosi, insultanti e lesivi della nostra dignità professionale da parte di utenti tanto frustrati quanto poco informati sulle attività e le modalità di gestione e organizzazione di un pronto soccorso.
Potremmo scrivere decine di pagine parlando dei problemi organizzativi, della scarsità di personale, dei turni senza riposo, dell’assenza di un filtro efficace sul territorio, delle liste di attesa tanto lunghe da indurre chi ha semplicemente bisogno di un esame a rivolgersi al PS, della cronica mancanza di posti letto che ci costringe a tenere i pazienti sulle barelle per ore. Ma tutto ciò non dipende da noi, possiamo arrabbiarci come cittadini e come operatori sanitari, ma niente di più.
Vorremmo invece provare a spiegare quello che sappiamo e vediamo ogni giorno dal nostro punto di vista, per informarti e renderti partecipe di quel che significa un Pronto Soccorso.
Caro cittadino, che attendi il tuo turno in codice bianco o verde e ci chiedi quando verrai visto, la riposta è “non appena possibile”…ma non sarà la nostra volontà a renderlo possibile, bensì la necessità di gestire con priorità i codici di gravità superiore. Fatto quello potremo dedicarci a te con la stessa perizia, prudenza e diligenza, perché è questo che pretendi ed è nostro dovere fornire un servizio di qualità. Non solo a te.
Caro cittadino che quando ti viene comunicata la presenza di un codice rosso e la necessità di trattarlo immediatamente, pena la vita, rispondi: “a me non me ne frega niente, mi dovete vedere subito”, ti auguriamo di non accedere mai in un Pronto Soccorso come codice rosso ma soprattutto ti auguriamo di non avere a che fare con gente come te, espressione di un egoismo becero e disumano, dove nessuno conta tranne se stessi.
Caro cittadino che ti presenti per eseguire un esame, magari radiologico, eseguibile in regime ambulatoriale, ma pretendi di farlo subito, rapidamente e soprattutto gratis, sappi che sei un accesso improprio, allunghi i tempi di attesa, pesi sulle tasche dei contribuenti e non vale la risposta “io pago le tasse”. Le paghiamo pure noi e pure tanti altri, ma non per far eseguire gli esami gratis a te.
Caro cittadino che: “che ci vuole a fare una lastra/puntura/visita specialistica, fammi passare che ci vogliono meno di cinque minuti”, sappi che con richieste simili ce ne sono 20 davanti a te e quello che stai cercando di rubare è anche il loro tempo, oltre alla loro pazienza.
Caro cittadino che sbraiti, insulti, aggredisci, minacci e alzi la voce, chiama pure i carabinieri. E aspettati una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Caro cittadino che: “mia nonna/mamma/zia/sorella e pure i miei vicini e lo zio di mia cognata sono stati al pronto soccorso per 12 oreeeeeeee!!!!!! Che scandalo!!! Che schifooooo!!!”, ti è mai venuto in mente di domandare cosa avessero fatto quelle persone in 12 ore? Ti rispondiamo noi: molto probabilmente esami che altrimenti avrebbero eseguito in 6 mesi, visite specialistiche, osservazione clinica finalizzata alla valutazione della eventuale evolutività della patologia in atto e, non ultime, diagnosi e terapia mirata. Scusa se ci abbiamo messo tanto.
Caro cittadino, detto questo, sappi che non siamo i tuoi nemici. Siamo qui per prenderci cura di ogni persona che arriva con una richiesta di aiuto, perché è esattamente questo che rappresenta ogni accesso per noi.
Al tuo arrivo verrai valutato da un infermiere di Triage, e sappi che non tutti possono essere infermiere di Triage. Perché occorrono competenze, formazione specialistica ed esperienza. Quindi non sottovalutarli, sono perfettamente in grado di valutare il tuo grado di urgenza. Può sembrarti strano ma lo sono molto più di te, che hai una percezione soggettiva del tuo stato clinico, mentre loro ne hanno una doverosamente oggettiva, utilizzata per organizzare un accesso per priorità che garantisca tutti, anche te…se ti dovesse essere assegnato un codice di gravità superiore.
Ogni persona che entra in sala visita ha il diritto di essere valutata accuratamente, ascoltata, trattata adeguatamente, come è giusto che sia e come facciamo sempre, per tutti, nessuno escluso, neanche chi accede con l’influenza. Tutto ciò impiega tempo e risorse, ma non credo che desidereresti che a te ne fossero dedicati di meno.
Ciò che tu, giustamente, pretendi per te stesso, noi lo dobbiamo garantire a tutti. E non siete pochi. Il nostro posto di lavoro non è un ambulatorio, è un Pronto Soccorso, dove dovrebbero accedere le emergenze/urgenze ed è a quelle che ci dedicheremo per prima cosa, perché è il nostro dovere e se tu fossi una di quelle urgenze lo vorresti. E fortemente.
Dunque, caro cittadino, non siamo i tuoi nemici, siamo qui per te e facciamo ogni giorno tutto il possibile per darti il meglio di quello che sappiamo e possiamo fare.
Facciamo questo lavoro perché ci piace, continueremo a farlo finché sarà così.
Ma comincia a piacerci sempre meno se, dopo aver gestito correttamente una grave emorragia cerebrale in un paziente in coma, la soddisfazione per aver fatto un buon lavoro si scontra con le accuse di PIGRIZIA di chi attende di essere visto perché si è schiacciato il mignolo tre giorni prima…e allora molti di noi pensano ad andar via, magari in posti dove si ricevono più soddisfazioni e meno insulti.
Gente la cui competenza, esperienza e professionalità nell’urgenza sono merce rara, precisa e preziosa. Se erano degli imbecilli ci avrai guadagnato, se erano dei bravi medici, infermieri, OSS…
Peggio per te, caro cittadino.
Gli operatori del Pronto Soccorso di JESI
Fonte: http://thedailynurse.eu/ |
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