06Uno studio britannico ha evidenziato come alte dosi dell’analgesico più utilizzato, per periodi di tempo prolungati, incrementano del 68% la probabilità di evento cardiovascolare, e del 50% il pericolo di ulcere e emorragie.
Il paracetamolo rappresenta il farmaco analgesico e antipiretico più utilizzato per dolori di media e lieve entità, come per esempio la cefalea. Scoperto nel lontano 1878, ha festeggiato da poco i 65 anni di attività come medicinale: presente sia come unica sostanza, che in associazione con altri principi attivi, la sua diffusione è dovuta principalmente ai ridotti effetti collaterali e al fatto di essere acquistabile anche senza ricetta. Il che non significa necessariamente che non esistano ripercussioni al sovradosaggio, o che esso sia di per sé infrequente: al contrario, proprio le stesse caratteristiche che rendono il paracetamolo uno dei farmaci più venduti a livello globale contribuisconosovente al superamento della soglia giornaliera d’assunzione consigliata, che si attesta sui 4 grammi per un adulto di 80 kg di peso o più.
Sebbene tale limite sia studiato per comprendere anche tutti quei soggetti affetti da patologie epatiche, e una persona sana generalmente riesca a tollerare anche 6 grammi di paracetamolo al dì, occorre fare sempre parecchia attenzione all’abuso di farmaci: e questo medicinale non fa eccezione.L’avvelenamento da paracetamolo risulta particolarmente critico a livello del fegato: la dose letale si attesta tra i 10 e i 15 grammi, anche se per alcune persone, come pazienti affetti da alcolismo, possa bastarne anche la metà per andare incontro a ripercussioni molto gravi.
Recentemente, il quotidiano Daily Mail ha pubblicato i risultati di una sperimentazione condotta dai ricercatori del Leeds Institute for Rheumatic and Musculoskeletal Medicine, che ha aggiunto ulteriori preoccupazioni riguardanti l’abuso di paracetamolo. Sembra infatti chel’assunzione prolungata, e ad alte dosi, di questo medicinale comporti un rischio del 68% maggiore della norma per quel che concerne lo sviluppo di condizioni cardiovascolari, quali infarto del miocardio ed ictus. Non solo: l’utilizzo di paracetamolo nel lungo periodoaumenterebbe anche la probabilità di ulcera o emorragie del 50%. Statistiche piuttosto inquietanti se si considera che generalmente il paracetamolo è considerato più sicuro della tradizionale aspirina.
Gli scienziati britannici sono giunti a questa conclusione grazie ad una sperimentazione condotta su 666 mila pazienti, seguiti in otto ricerche differenti. I soggetti in questione erano accomunati dall’utilizzo prolungato di paracetamolo: essi infatti hanno assunto il medicinale quotidianamente fino ad un massimo di ben 14 anni per lenire dolori acutiprovocati da artrite, mal di schiena o altre condizioni caratterizzate da sofferenza. I ricercatori hanno invitato a non farsi prendere dal panico, poiché è possibile che queste patologie fossero semplicemente la spia di problemi più gravi che avrebbero portato comunque alla morte prematura dei pazienti in questione: dunque, occorreranno ulteriori studi per verificare le percentuali sopra descritte. Tuttavia, in linea generale, quando si tratta di farmaci occorre fare grande attenzione, e attenersi strettamente alla prescrizione medica.
Fonte: http://salute.ilgiornale.it/ |
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