La sindrome compartimentale è una condizione d’emergenza per il paziente che coinvolge principalmente arti superiori ed inferiori. Per meglio comprenderla occorre tenere conto dell’anatomia legata all’apparato muscolare: negli arti superiori e inferiori i muscoli scheletrici sono suddivisi in gruppi, che uniti ai vasi sanguigni e ai corrispettivi nervi, formano un compartimento.
I gruppi muscolari di un compartimento sono avvolti da un denso tessuto connettivo, detto fascia, aderente al muscolo e con un’estensibilità minima, quindi qualsiasi forza aumenti la pressione al suo interno può portare alla sindrome compartimentale.
Le due cause più comuni sono l’emorragia e l’edema: l’emorragia può essere causata da una frattura, da una lesione da schiacciamento, da uno stiramento muscolare o da una lesione vascolare mentre l’edema può essere associato alla riperfusione di un muscolo divenuto ischemico. Non bisogna scordare di considerare le stecche i gessi: se applicati troppo strettamente possono causare una sindrome compartimentale.
La patologia può risultare molto dannosa per l’arto se non riconosciuta, infatti se la pressione nel compartimento supera la pressione capillare (circa 30mmHg), il flusso sanguigno inizia ad essere compromesso, causando ischemia nel territorio toccato dai piccoli vasi. Se la pressione aumenta ancora possono essere compresse le arteriole ed infine, tardivamente, potrebbero essere compresse anche le arterie, compromettendo il flusso arterioso e mettendo l’arto a serio rischio di amputazione.
Riconoscere una sindrome compartimentale sul territorio non è immediato e deve essere ricercata e sospettata ogni qual volta si presenti una lesione unita ad un forte dolore. I segni da ricercare possono essere raggruppati in “cinque P”:
- dolore (pain)
- pallore
- polso assente
- parestesie
- paralisi
I due segni precoci di sviluppo della sindrome compartimentale sono il dolore e le parestesie (formicolii). Il dolore è descritto dal paziente come sproporzionato rispetto alla lesione e aumenta in modo esponenziale addirittura con il minimo movimento di un dito dell’arto interessato.
Tuttavia la sindrome non si sviluppa soltanto durante un evento traumatico: ad esempio può svilupparsi durante un trasferimento su lunga distanza, motivo per cui è fondamentale rivalutare regolarmente il paziente, prestando particolare attenzione alla circolazione.
Sul campo non è possibile fare molto se non allentare eventuali vestiti stretti oppure rimuovere qualsiasi stecca o medicazione applicata strettamente. Anche il dolore deve essere trattato, occorre però ricordare di avvisare l’ospedale di destinazione su un sospetto di sindrome compartimentale, in quanto l’assenza di dolore potrebbe ritardarne la diagnosi.
Articolo redatto da: SDP Giacomo Della Pietra |
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