Il professor Peter J. Kudenchuk dell’Università di Washington consacra la rete di soccorso ticinese come un esempio a livello internazionale
LUGANO – Il modello ticinese di gestione di un paziente in arresto cardiaco riceve un elogio a livello internazionale: nell’editoriale del numero di marzo della prestigiosa rivista internazionale di cardiologia “Europace”, il professor Peter J. Kudenchuk dell’Università di Washington a Seattle, uno tra i più autorevoli esperti di rianimazione a livello mondiale, consacra la rete di soccorso ticinese come un esempio a livello internazionale.
Il Prof. Kudenchuk fa diretto riferimento a uno studio pubblicato lo scorso settembre, sempre su “Europace”, nel quale venivano presentati e commentati i risultati ottenuti in Ticino sul fronte della presa a carico e sopravvivenza dei pazienti colpiti da arresto cardiaco improvviso. L’articolo – firmato congiuntamente dalla Fondazione Ticino Cuore, dal Cardiocentro Ticino, dall’Ente Ospedaliero Cantonale e dalla Federazione Cantonale Ticinese Servizi Autoambulanze – sottolineava l’impatto che hanno avuto le diverse attività promosse dalle istituzioni di cura del cantone in un’ottica di gestione coordinata e integrata.
In particolare, si evidenziava l’importanza della rianimazione di base e della defibrillazione precoce (Fondazione Ticino Cuore), il ruolo di coordinamento di Ticino Soccorso 144 e dei servizi di primo intervento (FCTSA), la presa a carico ospedaliera e riabilitativa (Cardiocentro Ticino). In dieci anni, il tasso di sopravvivenza di questi pazienti (nel nostro Cantone circa 350 ogni anno) è triplicato, raggiungendo risultati di assoluto rispetto a livello internazionale.
«Va riconosciuto – conclude il Prof. Kudenchuk nel suo editoriale – che non c’è alcuna formula magica alla base dell’elevato successo della rianimazione nel Canton Ticino (…) Piuttosto, essa è il risultato di un lavoro impegnativo e della messa in atto degli stessi principi necessari per costruire e mantenere in funzione un orologio svizzero. Attenta considerazione di tutte le parti, collegamento dei componenti critici, ricalibrazione periodica per assicurare che tutti gli ingranaggi continuino a lavorare insieme in modo da ottenere il risultato che ci si attende, sia esso la misura corretta del tempo o, in questo caso, salvare delle vite».
Il merito di questo positiva esperienza, sottolinea la Fondazione Ticino Cuore, è da attribuire a tutte le istituzioni, pubbliche e private che in questi anni si sono impegnate nel sostenere le attività proposte per la popolazione e nel migliorare la presa a carico dei pazienti.
Allegati:
Articolo professor Kudenchuk
Articolo settembre Europace
Fonte: http://www.tio.ch/ |
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