Il cervello dei neonati è morbido, i legamenti e i muscoli del collo sono fragili e la testa è più pesante del resto del corpo.
Per queste ragioni il cervello dei bambini è estremamente vulnerabile ed è particolarmente esposto al rischio di edemi e contusioni cerebrali che si presentano anche con contusioni lievi (ad esempio dopo aver colpito un cuscino o un materasso, circostanza che può provocare un disturbo del tutto simile al colpo di frusta) o con soli 5 secondi di scuotimento.
La sindrome del bambino scosso è una grave forma di lesione alla testa provocata proprio dal violento scuotimento del neonato. Lividi al cervello, gonfiore, sanguinamento nel cervello: quando si scuote violentemente un bambino le vene che corrono lungo la parete esterna del collo possono rompersi e provocare danni permanenti al cervello o addirittura la morte; in altri casi possono verificarsi emorragie alla retina e lesioni al collo e alla colonna vertebrale.
Non si tratta di lesioni causate da giochi più attivi (fare la lotta o far fare le capriole al piccolo), né da cadute dal seggiolone o dal letto, che difficilmente provocano danni di questa entità, ma di lesioni causate da un vero e proprio abuso infantile. Il genitore non ha la volontà di far male al piccolo, magari lo scuote perché piange da ore o fa i capricci, ma resta il fatto che scuotere violentemente il bambino è estremamente rischioso.
Come accorgersi che il bambino sta male? I sintomi della sindrome del bambino scosso sono generalmente mancanza di appetito, pallore o colorito bluastro della pelle, perdita di coscienza o riduzione dello stato di vigilanza, mancanza del sorriso e letargia, sonnolenza e irritabilità, vomito e convulsioni, arresto del respiro.
È estremamente importante chiamare immediatamente un’ambulanza e, se il bambino ha più di un anno e smette di respirare, praticare la respirazione d’emergenza. Ma quali sono le cause che portano un genitore a scuotere il bambino?
Lo stress, le coliche neonatali, l’irritabilità del bambino, la mancanza di sonno, problemi personali e di coppia: un mix esplosivo che può portare il genitore a scuotere il bambino per sfogare la tensione e la rabbia. Un recente studio statunitense ha dimostrato che i figli di donne che soffrono di emicrania hanno il doppio delle probabilità di soffrire di coliche gassose: l’emicrania della mamma può peggiorare l’intensità delle coliche gassose del neonato e, di conseguenza, il pianto che, a sua volta, peggiora le condizioni fisiche della madre.
Un circolo vizioso estremamente pericoloso che può creare situazioni a rischio soprattutto nei primi tre mesi di vita del neonato. Ma non bisogna nemmeno creare allarme. Uno studio condotto in Gran Bretagna e pubblicato suNeuropathology & Applied Neurobiology ha ipotizzato che le diagnosi di sindrome da bambino scosso potrebbero essere sopravvalutate: i ricercatori hanno analizzato il cervello di 50 neonati morti prima dei 6 mesi di vita e hanno scoperto che 36 di essi avevano avuto un’emorragia nella dura madre e tre su quattro avevano avuto una grave ipossia (carenza di ossigeno).
Secondo i ricercatori questa condizione potrebbe aver causato le lesioni cerebrali ma non necessariamente andrebbe ricondotta allo scuotimento. Anche infezioni, malattie, un incidente (oppure la caduta improvvisa del capo all’indietro, causata dal peso della testa che è sproporzionato rispetto al resto del corpo) potrebbero essere responsabili di tali lesioni. Ma come si può prevenire la sindrome del bambino scosso?
Non bisogna litigare o discutere tenendo il bambino in braccio, non scuotere mai il bambino per alcun motivo, se il bambino piange da tempo, e ci si sente stressati, non prenderlo in braccio ma lasciarlo nella culla e allontanarsi, chiamare qualcuno che dia un aiuto quando ci si sente poco bene o stressati, non ignorare mai i segnali dell’abuso di un bambino.
Fonte: http://www.paginemediche.it/ |
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