BASILEA – Le donne svolgono le misure di rianimazione in modo meno efficiente rispetto agli uomini. Lo sostiene uno studio di ricercatori basilesi. Per gli autori è quindi necessario formarle e prepararle in modo più mirato.
Essere soccorsi da donne o da uomini dopo un arresto cardiaco è diverso: le prime sono meno brave soprattutto nella comunicazione di direttive, scrivono gli studiosi dell’Ospedale universitario di Basilea nella rivista specializzata “Critical Care Medicine”. Ciò può avere conseguenze sulle possibilità di sopravvivenza del paziente, si legge in un comunicato odierno.
Allo studio hanno partecipato 216 studenti di medicina di entrambi i sessi, in egual misura. Durante la loro formazione hanno studiato, tra le altre cose, la comunicazione valida ed efficiente di direttive durante la rianimazione. Nonostante le medesime conoscenze, nel corso di una simulazione i team composti di sole donne hanno ottenuto risultati inferiori rispetto a quelli di soli uomini. E in gruppi misti le donne si sono mostrate più reticenti nel dare direttive rispetto agli uomini.
Inoltre: «Rispetto ai team puramente maschili quelli femminili hanno dimostrato meno hands-on time e ci hanno messo più tempo prima di cominciare con le misure di rianimazione», afferma la responsabile dello studio Sabina Hunziker. Con “Hands-on time” s’intende il periodo ininterrotto in cui viene eseguito il massaggio cardiaco durante i primi tre minuti successivi all’arresto cardiaco.
Dallo studio risulta che le donne hanno bisogno di essere preparate e istruite in modo più mirato per le situazioni di emergenza perché arrivino a mettere in pratica le conoscenze teoriche con la stessa efficienza dei soccorritori di sesso maschile.
Fonte: http://www.tio.ch |
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