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Martedì 27 dicembre 2016 ore 1503….
Una data e un orario che rimarranno a lungo nella memoria dei quadri e dei militi del Corpo Pompieri Faido.
L’allarme, la preparazione e la partenza…
Un tranquillo pomeriggio di fine dicembre che tanti di noi stanno passando con le rispettive famiglie, nella tranquillità dei propri focolari dopo le grandi abbuffate delle festività natalizie.
Un inverno anomalo per le nostre latitudini: tanto sole, temperature miti, ma soprattutto una grande siccità, che da svariate settimane la fa da padrone. All’orizzonte la meteo non prevede precipitazioni, né di carattere piovoso né nevoso.
Alle 1503, il sistema d’allarme del Corpo comincia ad emettere il segnale d’allarme e il messaggio “…Incendio vegetazione – prato, zona Doro; Chironico, Estensione incendio : Piccola superfice (max 10x10m)…”.
Rapidamente i quadri e i militi del primo gruppo d’intervento raggiungono la caserma dove, dopo una veloce preparazione, ricevono un celere briefing da parte del Comandante Iten Marco Manfrè, su quanto sta succedendo sui monti sopra l’abitato di Chironico, in base alle informazioni giunte al comando dalla centrale d’allarme 118. Esaminando la mappa della zona si nota subito che l’alpeggio interessato dalle fiamme è di difficile accesso (un alpeggio a quota 1537 msm); non vi sono infatti strade carrozzabili che conducono al luogo dell’evento e tramite il sentiero che si snoda dal fondovalle la tempistica di percorrenza è proibitiva dal punto di vista dell’interventistico (2,5 ore circa). Un elicottero è già stato allarmato, arriverà in loco verso le 1600.
Situazione iniziale vista dal primo gruppo di pompieri giunti in quota
A seguito della data d’ordine, i militi del primo gruppo d’intervento – una quindicina in tutto – si dirigono verso la piazza di carico di Chironico, in località Grumo, con il pacchetto base per questo genere d’interventi: un autobotte, un veicolo di primo intervento, un veicolo trasporto uomini , un rimorchio con il materiale per interventi boschivi e una motopompa tipo II.
Nel frattempo vengono allarmati gli ufficiali di picchetto del Corpo Pompieri di Montagna delle Tre Valli e l’ufficiale di picchetto del CCPB, che giungono rapidamente in loco.
Alle 16.15 il primo gruppo cominciava le operazioni di attacco al fronte dell’incendio, che ancora era limitato al prato circostante le cascine del monte Doro.
Le operazioni di spegnimento…
Durante le fasi di preparazione sono stati elitrasportati in quota 9 militi del CPF, 4 del CPM3V e 2 del CCPB. Oltre a ciò, l’elicottero ha trasportato in quota anche diverso materiale pioniere per la lotta al fuoco di bosco, diversi metri di condotte, nonché 1’200 litri d’acqua (tramite sacchi Tetraedi) che sino all’indomani saranno l’unica fonte d’acqua a disposizione del personale addetto alla lotta alle fiamme.
L’intervento, sin dalle prime fasi, è reso difficoltoso dalla totale mancanza d’acqua in quota e dal forte vento da nord che spira fino al fondovalle.
Dopo il trasporto di uomini e materiale in quota, l’elicottero comincia a eseguire lanci mirati sulla zona interessata dalle fiamme.
Situazione durante la prima notte d’intervento vista dal paese di Chironico
Nel frattempo, a valle è giunto un primo gruppo di pompieri del centro di soccorso di Biasca e, vista l’ora (alle 1715/30 nella regione scende la notte), ci si preparava all’allestimento di un campo base con un posto comando avanzato al campo di calcio di Chironico.
Si allestisce inoltre una piazza di atterraggio e rifornimento per i numerosi elicotteri che sarebbero giunti l’indomani (due elicotteri civili e tre militari).
Vengono allestite due vasche Pro Meteo alimentate dal vicino torrente “Ticinetto” e vengono messi in esercizio le vasche di pescaggio presenti sull’altro versante della valle nella zona della Traversa, come pure il bacino di accumulo presente sulla piana di Chironico.
Durante la serata si provvede tramite l’elicottero della REGA (in volo strumentale notturno) ad evacuare, verso il fondovalle, i monti di Doro e Cala. In totale saranno sfollati 19 villeggianti.
Nella notte, visto il rapido avanzare verso il fondovalle delle fiamme, vengono allestite due zone cuscinetto, una nella zona alta di Chironico e un’altra nella zona dello stand di tiro del villaggio, in modo da scongiurare un eventuale avanzamento delle fiamme verso la zona abitata del borgo.
Durante tutta la notte i militi presenti sui monti di Doro lottano estenuamente con i pochi mezzi a loro disposizione per la salvaguardia dei beni privati e della zona forestale. Il risultato delle loro fatiche lo si potrà apprezzare l’indomani.
Fortunatamente verso le 0300 del 28 dicembre il vento comincia a scemare, dando tregua a colore che stanno lottando contro il rogo sui monti di Doro e Olina.
Le operazioni, sia a monte sia a valle, continuano su vari fronti per tutto il perdurare della notte.
Alle prime luci del 28 dicembre cominciano i voli di due elicotteri di un a ditta privata. In una prima fase vengo effettuati dei sopraluoghi sulle zone del rogo. In seguito vengono trasportati sui monti personale fresco e materiali per consentire il cambio al fronte dell’incendio. Infine, coadiuvati anche da due elicotteri Super Puma militari, cominciano le operazioni di spegnimento, che si protrarranno fino al tramonto.
La ricerca e l’estinzione dei focolai…
Passata la fase acuta del evento, a partire dal 29 dicembre comincia la lunga ed estenuante ricerca dei piccoli focolai e braci che ancora covano sotto gli alberi e il fogliame, laddove il lancio con gli elicotteri non ha avuto successo.
Si tratta quindi di inviare il personale di terra, che in alcuni casi si è trovato ad operare in zone particolarmente impervie, con il terreno reso scivoloso a causa dell’acqua ghiacciata proveniente dai precendenti tentativi di estinzione tramite lanci mirati con gli elicotteri.
A coadiuvare il lavoro dei pompieri è intervenuto un elicottero militare Super Puma con la speciale apparecchiatura FLIR (termo camera).
Con l’estinzione degli ultimi focolai il 3 gennaio e con il riassetto e controllo del materiale, questo importante intervento si poteva dirsi concluso il 4 gennaio.
L’insegnamento…
Questo intervento ha messo alla prova l’organizzazione al nostro interno, ma soprattutto l’organizzazione a livello regionale e cantonale. Ha dimostrato che un’ottima preparazione e conoscenza del territorio e uno scambio continuo d’informazioni tra le parti prese in causa sono alla base di una buona riuscita.
Dal canto nostro negli ultimi anni siamo sempre “restati sul pezzo” svolgendo delle esercitazioni con i diversi enti coinvolti in queste situazioni, come Forestali, patriziati, corpi pompieri di montagna, centro di soccorso regionale, autorità comunali e ditte di volo con elicotteri.
Uno dei tanti focolai trovati dai militi nei giorni successivi
Questo evento ha sottolineato come sia importante lavorare sulla prevenzione, sull’ informazione riguardo i pericoli e i costi che certi gesti, che sul momento possono sembrare irrilevanti, possono avere come conseguenza. Negli scorsi mesi si è già tenuta una serata informativa dedicata alla popolazione, nella quale i diversi enti hanno potuto illustrare il lavoro svolto e i danni riscontrati: è stata una bella occasione per gettare le basi per un percorso di prevenzione e di informazione.
Il risultato di quest’operazione ci porta a dedurre che la strada intrapresa è quella giusta, anche se logicamente ancora lunga. Cercheremo di migliorarci ancora, nella nostra preparazione e nella collaborazione con gli altri enti, per rispondere presente a eventuali chiamate simili.
Situazione finale a evento concluso
I numeri dell’intervento:
5’000 ore d’intervento |
Fonte: Corpo pompieri Faido – ITen Marco Manfrè – Cpl Yari Zucchetti |
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