Le proprie disposizioni finali devono essere indicate con diciture precise, firmate a mano e datate, spiegano gli esperti
ZURIGO – Un caso avvenuto in Florida ha recentemente sollevato la questione: un paziente con un tatuaggio sul petto che recita “Non rianimare” deve essere rianimato dai medici? La risposta, almeno nello Stato americano, è “no”: questa volontà deve essere registrata presso il Dipartimento della sanità.
Come in quel caso, anche il 77enne argoviese John Marinello desidera non essere rianimato in caso di emergenza: «Preferisco morire sano che dover subire i danni di una rianimazione», afferma. Per comunicare la propria volontà ogni giorno l’uomo si fa un timbro sul petto con la dicitura “Non rianimare” o lo scrive su un cerotto con data e firma.
Anche alle nostre latitudini, tuttavia, un tatuaggio o un timbro avrebbero uno scarso effetto. «Se il paziente ha un tatuaggio o un timbro noi effettuiamo comunque le misure salvavita», afferma il portavoce della società Protezione e salvataggio Zurigo, Urs Eberle.
Le basi legali, infatti, in questo caso non esistono: si possono prendere in considerazione solo richieste scritte, firmate di proprio pugno e datate, spiega Eberle. Un tatuaggio, tuttavia, potrebbe spingere a cercare una disposizione del paziente, sottolinea.
L’ospedale universitario di Zurigo si è per esempio trovato a trattare una paziente incapace di discernimento che aveva un tatuaggio simile ed è stato contattato il suo rappresentante legale. La portavoce del nosocomio Barbara Beccaro spiega che i timbri o i tatuaggi sono infatti un indizio importante, ma non costituiscono una disposizione legalmente valida.
Il caso del cerotto sul petto, invece, è diverso. Deve essere infatti indicato come disposizione del paziente, datato e firmato e deve recitare “Non voglio in alcun caso essere rianimato”, spiega Beccaro.
Roberto Fornito, avvocato specializzato nel diritto di successione, conferma che è indifferente il posto in cui viene scritta la disposizione, ma deve essere per l’appunto scritta, firmata di proprio pugno e datata: «Per questo un timbro o un tatuaggio non possono essere considerati delle disposizioni valide», conclude.
Fonte: www.tio.ch |
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